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Collasso delle relazioni: LA GENTE NON CE LA FA PIÙ

Collasso delle relazioni

collasso delle relazioni nel terzo millennio.

C’è un fenomeno silenzioso, ma imponente, che attraversa le nostre vite come una corrente sotterranea: un logoramento psicologico collettivo che molti studiosi definiscono un esaurimento di sistema. Il collasso delle relazioni non colpisce solo il singolo individuo: frantuma relazioni, fidanzamenti, convivenze, famiglie, comunità.

Il terzo millennio sembra una apocalisse emotiva, non come catastrofe, ma come rivelazione: la pandemia ha semplicemente illuminato ciò che era già incrinato. Viviamo in un’epoca in cui la gente non ce la fa più.

E non è debolezza. È epoca.

Il Long Covid psicologico: il trauma latente e ancora attivo. La letteratura scientifica parla chiaramente: la pandemia ha prodotto uno stress prolungato che ha modificato la struttura stessa del nostro funzionamento emozionale.
Lo testimoniano:

  • alterazioni del sistema nervoso autonomo,
  • aumento dell’iperattivazione,
  • difficoltà nella regolazione emotiva,
  • perdita delle competenze sociali di base,
  • incremento di ansia, irritabilità, depressione.

Secondo sociologi e analisti delle dinamiche familiari come Salvatore Toti Licata, tutto questo ha generato una forma di long Covid relazionale: l’incapacità, oggi, di reggere la vicinanza emotiva dopo anni di distanza fisica e psicologica.

Non ci siamo mai davvero ripresi.
Abbiamo ripreso a vivere, ma non a sentirci.

Viviamo in un mondo divergente

Uno dei fenomeni più evidenti, emerso dagli studi sociologici contemporanei, è che il mondo non corre più in avanti: diverge.
I sistemi — economici, culturali, affettivi — invece di procedere in coerenza, si allontanano fra loro come linee divergenti. La vita relazionale procede in una direzione, quella lavorativa in un’altra, quella sociale in un’altra ancora.

⚠️Il risultato è un aumento del carico cognitivo e decisionale: ogni scelta richiede più energia, più attenzione, più adattamento, più compromesso.

L’individuo medio è costretto a vivere in uno stato di compensazione continua, senza più un terreno condiviso che permetta stabilità.
La divergenza dei sistemi porta alla divergenza interiore.

Viviamo in un disorientamento cosmico

Molti psicologi definiscono questo tempo come un’epoca di disorientamento cosmico: una condizione in cui l’essere umano non ha più punti di riferimento stabili, né fuori né dentro di sé.

  • Le certezze sono evaporate.
  • Le mappe sociali sono cambiate troppo in fretta.
  • Le identità sono diventate fluide, instabili, frammentate.
  • Il futuro è un orizzonte sfocato.

Questo disorientamento non è solo emotivo: è cognitivo, esistenziale, relazionale.
Quando manca un ancoraggio interno, anche la relazione più solida diventa fragile, perché non esiste più un “io” stabile da mettere in relazione con un “tu”.

Come nota Licata, oggi moltissime coppie vivono quella che definisce “fatica cosmica del legame”: un senso di smarrimento globale che invade il rapporto e lo sovraccarica.

Perché le relazioni crollano? Le ragioni sono biopsicosociali, non sentimentali

1. Sfinimento mentale

Le risorse cognitive ed emotive sono ridotte.
Il cervello in stress cronico non regola bene le emozioni: si diventa irritabili, permalosi, vulnerabili.
La coppia diventa il luogo dove esplode ciò che nel mondo esterno non riusciamo più a contenere.

2. Atrofia delle abilità relazionali

Anni di distanziamento hanno interrotto milioni di micro-interazioni che tenevano allenata la nostra “muscolatura sociale”.
Ora molti vogliono amore intenso, ma senza averne la struttura psicologica.

3. Immediatezza e saturazione digitale

Ogni legame è sotto pressione: confronti continui, immagini ideali, aspettative irrealistiche.
La frustrazione non viene più gestita: viene eliminata, tagliata, bloccata.

4. CON IL COLLASSO DELLE RELAZIONI , Identità instabili

Quando l’identità non è solida, la relazione non può esserlo.
E la pandemia ha fratturato identità professionali, morali, emotive.

Conosci la tua Biostruttura

Generazione perduta o generazione ferita?

Non siamo una generazione perduta: siamo una generazione ferita, ancora in fase di guarigione.
I dati sulla salute mentale indicano un aumento di:

  • ansia,
  • depressione,
  • disturbi del sonno,
  • dipendenze digitali,
  • separazioni.

È una condizione collettiva, non individuale.

Dove andremo a finire?

Verso un punto critico… o verso una nuova narrazione

Se continuiamo a ignorare il disagio, la divergenza crescerà fino al collasso.
Se invece lo riconosciamo, possiamo invertire la rotta.

Come afferma Salvatore Toti Licata, esperto nelle dinamiche interpersonali e nella ricostruzione dei legami:

“Non è la fine delle relazioni.
È la fine dell’illusione che le relazioni si reggano da sole.”

L’apocalisse di oggi non è la distruzione, ma la rivelazione.
Svela ciò che non funziona più e ci costringe a scegliere cosa rifondare, cosa curare, cosa lasciare andare.

Nel caos divergente e nel disorientamento cosmico, emerge una possibilità:
imparare di nuovo ad amarci con consapevolezza, responsabilità e presenza.

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